La lettera che ti scrissi
diceva cose mai scritte prima
cosi’ credevo, cosi’ giocavo
a contare le parole e, finite le mie dita
cominciai a vedere le tue dita in primavera
e quel sorriso fuori stagione
ogni tanto, docilmente, mettevo un punto
e mi dicevo che avrei trovato
tutta quanta la mia dolcezza
alla fine di quella lunghissima lettera pero’,
la mia dolcezza era rimasta fuori
ma, stupendomi come un venusiano,
avevo trovato la tua, e quel che segue.
peccato, dissi all’alba,
che non si possano stampare i sorrisi
ma la mente registra rumore soffice di denti smaltati
e porte che si aprono, e profumo di biscotti
alle spalle delle mie spalle