Cartoline da nascondere (perchè d’amore)

Questa raccolta è’- semplificando molto- la storia di un viaggio per trovare l’amore e- in un certo qual modo- l’amore come entità, non personificabile. Ho scritto alcuni versi su questo tema, raccolti qui ma era un bel pò che volevo cimentarmi con una concept poetry  che 1- avesse come riferimento una sorta di musicalità diversa, da quella che penso fin qui di aver utilizzato, più classicamente poetica; e 2- riguardasse i sentimenti nel senso più pieno. A parte la n.2 (composta precedentemente alla prima) per il resto viene seguito l’ordine cronologico.

Ecco quindi lettore, la presentazione di un album di parole con 28 tracce divise in due lati- il primo, Il  pensiero e il viaggio; il secondo, Un linguaggio speciale; più una *”ghost track”- cioè, a voler semplificare, un finale- ma compreso appunto nella ventottesima poesia (la 14 del lato 2). Va poi detto, in post scriptum, che le prime tre pubblicate rappresentano- ognuna a suo modo, e per la loro brevità- una sorta di tripla ouverture- o intro- alla raccolta stessa. Con un pò di fantasia, possono anche considerarsi un’unica creazione suddivisa- anche perchè temporalmente nate abbastanza a sè: ossia, composte perchè le gradivo- però mi sono reso conto ben presto che erano adatte per questa concept-poetry: non sono cioè state scritte appositamente per Cartoline da nascondere (perchè d’amore). E, ma lo dico senza sapere se manterrò, ci sono buone probabilità che questa sia la mia ultima raccolta- d’ora in poi mi dedicherò solo, come genere letterario- al romanzo.

  Cartoline da nascondere (perchè d’amore)   (autunno 2017)

Lato 1 Il pensiero e il viaggio                                                             

I verbi irregolari

Top model

La ragazza della Bovisa

Bugiarda patologica

Terza 

Per una che sia

Faccio filosofia

La stella nel formicaio

Voci felici

10 Ludwig Hegel

11 La chiarezza

12 Però ha un taglio 

13 Bellezza omonima

14 Ecco

Lato 2  Un linguaggio speciale

Un sentore di elettronica

La metrica

Per altro

Un linguaggio speciale

Alberga

Il mio limbo

Una ragazza ha detto tutto

Sempre la stessa cosa

Beata Beatrice

10 Sulla lapide degli amori dispersi

11 Biglietto d’uscita

12 Ti dirò la verità

13 Come gli accappatoi

14 La cura del silenzio

La cura del silenzio

Ti ha cresciuta la nonna

da allora

hai dimenticato la password

e poi

le poesie di Sandro Penna

le cose riposte

le hai scambiate

per le risposte

giuste o sbagliate

non ti sei mai capita

figurati io

sono i treni e le veglie

a comandare le stelle

non serve medicina

basta la cura del silenzio

e adesso comincio

così te le scrivo le cose

che penso

che sono diverse

però ora so bene

che contano solo le notti e le albe

e i giorni valgono poco

mezzo borghesi

ancora qualche ora e tanti mesi

e poi

la cura del silenzio

e adesso ricomincio da capo

con quella canzone

che non ho ancora scritto

e che qualcuno ha già

dimenticato

nel campo dei profeti

dove tu corri

con le scarpe slacciate

la camicetta aperta

un e-book di Rimbaud

nella mano destra

nell’altra due fiori malcolti

per cui Monet avrebbe sprecato

la vita o un pomeriggio

tra il grigio dei tetti ti ripari

e mi chiami

con quel nome

che credevo perso

è il cielo è il cielo a farsi terso-

dici-

così io capisco

che non esistono né case né amici

ma soltanto piccoli amori

e una camminata senza fine.

***

 

 

E’ seduto ed aspetta.

Tutta la notte la stringe,

non ha fretta. Gli piace

aspettare- E’ bello, forse no: ma lui aspetta-

Ecco arriva !!! Si alza cerca

di darsi un tono, il cuore

gli batte- No, falso allarme

Nervoso, timido, pauroso o

noncurante si siede e continua

ad aspettare- E’ presto ancora-

Intorno inizia il rumore-

La noia è finita si distrae-

E’ più bello ora aspettare-

Siede e lei lo viene

a prendere-Lui quasi non

Vuole andare- Ma perchè

ha aspettato ? Il rumore, la folla

Intorno ad una bottiglia

siedono tre persone-

Ridono e sanno: tutto pensano-

Che tristezza !!!

Tre signori senza viso ed età-

Sono nudi e poveri-

Sanno che domani la felicità

li aspetta: lo sanno e ridono

contenti-

Primi sbadigli !! Eppure sono nudi-

Loro lo sanno nudi e poveri

la felicità li aspetta domani-

Perchè non si alzano ?

Paura e sonno ??? No, un

altro bicchiere, poi sarà meglio-

La bottiglia li guarda, non

è più piena, lei aspetta loro-

Forse domani-

A TE

I parenti lo guardano-

Parlano piano-

Gli prendono la mano-

Sciocchi non sanno !!!

Come gli accappatoi

Nuotavi a dorso

sotto la doccia

come aghi

ma la chiamano acqua

dovremmo essere

brevi a parlare

proprio come fanno gli accappatoi

quando nessuno li vede

non ci sarebbe altro da chiarire

se io non avessi così fretta

di correre in cucina

per non bruciare di rabbia

nel veder bruciare

la specialità della casa

che ormai è sostenuta

nient’altro che da sé stessa

quest’odio che abbiamo

verso i vegani e i venusiani

ci da la stola

per riuscire in costume

e ricamare il pavimento

strabiliati da un passato

che ha l’odore maramaldo

degli stuoini.

Ti dirò la verità

Ti dirò la verità

questa verità nera

come la claustrofobia

e bianca come l’assorbente 

di una top model

te la dirò tutta-

senza tirare il fiato-

sarà la farfallina strozzata nella molletta

e la passatoia di legno tra i binari

ti dirò la verità

e sarà così banale e inconcludente

così poco enfatica ed amorevole

che non la crederai

e la scambierai

per rumore di carta vetrata

sulle stecche color ruggine

niente birra e niente vodka

la celebreremo

con una bottiglia di lambrusco

e sembrerà una casa di promesse

o una chiesa dove perde acqua

ti dirò la verità

e sarà un bel po’ diversa

dagli spot e dalle pubblicità progresso

avrà lo sguardo di siringhe sulla strada

e l’odore degli aranci sulla salita

sarà bello crederLe

per qualche momento

e, come in un gioco di ragazzini,

dirci prigionieri.

Biglietto d’uscita

Le spose ritornano dagli aereoporti

finalmente libere

senza sapere bene cosa sia

ma un effluvio

le avvolge

poi il film le fa addormentare

mentre sinuose hostess

le abbracciano senza abbracciarle

le spose lasciano poesie

fatte di parole vane

gettate dai respiri

sono gli abiti da sera

i ritiri ombrosi del bagaglio

la loro riottosità sembra un saio

mentre conducono

le labbra a fischiare

un taxi di quelli gialli

le spose lasciano così tutto quanto

come ematomi lasciati bruciare al sole

come una pinzetta

nel comodino dei cosmetici

e guardano di dietro

non la loro vita o i fianchi

ma proprio l’asfalto curatissimo

che sa di contumelie

e la loro risata disperata

è una liturgia

che induce a prendere la nostalgia

a farne un geranio per sabbie mobili

e ci pensano su

e ci pensano su

che essere felici

non è cosa da sprecarci il fiato

Sulla lapide degli amori dispersi

Cosa non sai-

e questo succede

quando ci si impegna

a giocare insolenti con il sonno

o a lasciarlo stare, vecchio paria

andremo in collina

non per una gita

semmai sarà

con la convinzione

dei sacerdoti scappati con le suore-

una bella ovvietà

tatuare coi nostri corpi

il pezzo di prato già scavato

dove si prende il sole

qui mancano le pietre i gessi

e i sassolini

e nessuna memoria perviene-

in buona compagnia

noi catturiamo gli sguardi

e salutiamo le rondini partite

che obnubilano la testa

al pilota e al cacciatore

un nome su un albero-

non è il nostro, quello-

e una scritta sul dosso

che abbiamo il tenue privilegio

di fingere di ignorare.

Io ti apro un discorso

come se fosse già sera

e ai cani nomadi in religioso rumore

non do consigli ma soltanto

nomi.